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Progetto "L'ultima Foresta Incantata"
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Raccolta fondi "Una casa per Nicoletta"
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Circolo Legambiente Montalbano

 

Sede  3471969620

cea calanchi montalbano basilicata

Flora

Il particolare ambiente dei calanchi, caratterizzato da lunghi periodi di siccità, ripidi versanti franosi, terreno con alte concentrazioni di argilla e di sali, ha selezionano una vegetazione tipica che si è adattata alle difficili condizioni climatiche e pedologiche. La flora, quindi, è più ricca e complessa  di quanto non sia comunemente ritenuto e comprende autentiche rarità botaniche. 
Diffuso è lo Sparto steppico (Lygeum spartum), una graminacea perenne e cespugliosa con un apparato radicale particolarmente robusto che le consente di colonizzare persino i pendi e le creste più impervie dei calanchi. La Canforata di Montpellier (Camphorosma monspeliaca), piccolo cespuglio pubescente e prostrato, è un’amarantacea classificata come specie protetta rarissima che, invece, è facilmente osservabile nell’area dei calanchi di Montalbano. Sempre alla famiglia delle amarantacee appartiene la Sueda (Suaeda fruticosa), più frequente dove il contenuto  salino del terreno è maggiore. Un’altra amarantacea arbustiva caratteristica dei calanchi è l’Atriplice (Atriplex halimus), chiamata in dialetto montalbanese satusc’n. L’atriplice resiste bene ai terreni salsi e salmastri anche perché deposita i sali in eccesso sulle sue foglie che, pertanto, sono salate. Per questa caratteristica le foglie e le infiorescenze venivano raccolte ed utilizzate per “insaporire” i pastoni destinati ai maiali che ne sono ghiotti. Due piante “alloctone” (cioè importate) meritano di essere ricordate perché, pur essendo state introdotte dall’uomo in tempi relativamente recenti, si sono perfettamente “naturalizzate”, tanto da diventare parte integrante del paesaggio: si tratta del Fico d’india (Opuntia ficus-indica) e dell’Agave (Agave americana) entrambe specie originarie dell’America centrale introdotte in Europa dagli spagnoli.Tra gli anni cinquanta e gli anni settanta, per contrastare il dissesto idrogeologico delle aree calanchive lucane sono state eseguite, a più riprese, opere di regimentazione delle acque e di rimboschimento con specie arboree colonizzatrici molto rustiche ma tutte alloctone (prevalentemente Pino d’Aleppo, Pinus halepensis, varie specie di Cipressi e di Eucaliptus).